Il 20% delle banche Russe potrebbe andare in bancarotta nel 2015

Il settore bancario russo sta passando un vero a proprio “Annus Horribilis” in quanto circa il 20% delle banche russe sta andando incontro ad una possibile bancarotta, la crisi economica del paese sta prendendo sempre più piede.

Il Centro di Analisi Macroeconomica e per le Previsioni e Breve Termine, stima che ci saranno 200 banche che subiranno il tracollo come combinazione tra i cattivi prestiti e cadute del valore del rublo. Questi avvenimenti penalizzeranno le piccole e medie imprese. Questo è quanto è stato riportato dal quotidiano russo Vedomosti.

Con le previsioni per l’Economia Russa al 3.5% quest’anno, secondo il Fondo Monetario Internazionale (IMF), l’impatto della caduta vertiginosa del valore del petrolio e le varie sanzioni internazionali che stanno gravando sulla Russia circa il suo ruolo nella crisi Ucraina è estremamente penalizzante per i Sovietici, e il business in Russia sta facendo degli sforzi enormi per rimanere a galla.

Per quanto riguarda il settore bancario, i problemi sono ancora più seri. Queste aziende hanno a loro carico 192 miliardi di debito esterno, di cui il 70% è in dollari, e il conto continua a diventare sempre più salato, man mano che il rublo continua ad andar giù contro il dollaro e le altre valute più importanti. Ricordiamo che durante lo scorso anno il rublo ha perso circa il 50% contro il dollaro.

Si stima che gli per istituti di credito potrebbe essere necessario aumentare le disposizioni per coprire i crescenti costi del debito di ben 50 miliardi dollari, nel caso il petrolio dovesse continuare a rimanere sotto il 45 dollari al barile. Per gli istituti di credito maggiori, che godono del supporto dello stato, questo gap è facilmente colmabile, ma per quanto riguarda le banche più piccole russe, questo potrebbe risultare nella loro fine. Nella bancarotta.

Il governo ha già drogato l’economia di ben 2.4 miliardi di dollari, che sono stati inseriti dentro le varie istituzioni finanziarie a Dicembre 2014. Questo piano di salvataggio potrebbe costare 40 miliardi di dollari, che andrebbero ad aggiungersi al già salato conto da pagare.

Tuttavia, mentre lo stato sembra interessto ad aiutare le grandi istituzioni, è improbabile che il governo lo sarà in egual modo: le risorse stanno finendo molto velocemente.

Il Direttore dell’Interfax Center for Economic Analysis Alex Buzdalin che affermato che: “Abbiamo raggiunto una situazione dove queste aziende sono forzate a ridimensionare i loro bilanci, e questo può solo far partire un effetto domino: l’efficenza delle piccole banche è in caduta libera da molto tempo ormai – la loro esistenza è diventata senza speranza, e adesso c’è una crisi.”

Giornalista indipendente e trader privato. Sono laureato in Economia e finanza e mi occupo di analisi finanziarie e di notizie sull'economia.

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