Iraq fuori dall’accordo OPEC

L’Iraq si tira fuori dall’accordo che doveva essere raggiunto dai paesi membri dell’Opec il prossimo 30 novembre nella convention di Vienna. Tutto lasciava presupporre che finalmente si potesse pervenire a un “compromesso”, ad un patto per il congelamento della produzione di petrolio. Come già previsto da una parte degli Osservatori nelle scorse settimane, a maggior ragione oggi è molto più probabile che l’intesa possa saltare.

Iraq quote petrolio

Dopo la decisione annunciata pubblicamente nelle scorse ore, cresce dunque il timore che anche altri Stati possano seguire l’esempio di Baghdad. La Libia, la Nigeria e l’Iran sono tra i primi “candidati” da parte degli analisti a chiamarsi fuori dall’accordo per ridurre la produzione di petrolio. Una notizia che appena diffusa ha immediatamente avuto effetti concreti sulle quotazioni del petrolio, con il Brent e il Wti in calo sui mercati internazionali.

I vertici iracheni hanno sottolineato di non avere assolutamente intenzione di ridurre la produzione di greggio. Ricordiamo che al momento l’Iraq rappresenta il secondo produttore dell’OPEC dopo l’Arabia Saudita. Da Baghdad giungono ulteriori notizie che rivelano chiaramente quali sono le posizioni irachene al riguardo: se una riduzione deve essere attuata che sia soltanto nei confronti dell’Arabia Saudita.

Prezzo del petrolio in tempo reale

OPEC: 30 Novembre Vienna

Il prossimo 30 novembre a Vienna si preannuncia un incontro estremamente complesso tra i paesi membri dell’OPEC.

Ricordiamo che era stata già raggiunta una intesa di massima, per quanto concerne le quote individuali, lo scorso settembre, che avrebbe dovuto portare la produzione totale al di sotto dei 33 milioni di barili al giorno. A seguito di questo dietrofront dell’Iraq, una nuova spaccatura si è dunque registrata all’interno dell’organizzazione, difficilmente sanabile a breve. Senza dimenticare le reali intenzioni di paesi esterni al Cartello, su tutti la Russia.

Dopo la grande fiducia manifestata al termine della convention di Algeri dello scorso mese di settembre, ecco arrivare l’improvviso “Stop” dell’Iraq. Secondo una parte degli analisti, l’eventualità di possibili accordi tra i paesi dell’OPEC è ormai giunta al capolinea.Gli osservatori temono che nel frattempo altri paesi seguano l’esempio dell’Iraq, su tutti Iran, Libia, Venezuela e Nigeria, Stati che sicuramente non stanno attraversando un periodo economico estremamente positivo dal punto di vista economico e sociale.Gli analisti stimano che la produzione sarà superiore ai 34 milioni di barili al giorno se il prossimo 30 novembre non sarà raggiunto un accordo all’interno dell’organizzazione. Potrebbe anche oltrepassare quota 35 milioni di barili al giorno se la situazione di paesi quali la Libia e la Nigeria, dovesse andare a migliorare.

Una prima conseguenza delle dichiarazioni pubbliche dell’Iraq è rappresentato da un immediato ribasso dei prezzi del petrolio sui mercati.

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