Petrolio: accordo Arabia Saudita-Russia

Accordo raggiunto tra Arabia Saudita e Russia con l’obiettivo di stabilizzare le quotazioni del petrolio. È arrivato l’annuncio ufficiale fra i due più grandi produttori di greggio al mondo, al termine del G-20 di Hangzhou.

Petrolio quotazioni

Inizialmente, dopo il diffondersi della notizia della nuova intesa, il prezzo del petrolio è salito di oltre il 5 per cento, con il brent prossimo a toccare i 50 dollari.Con il passare delle ore il guadagno si è assottigliato dopo che sono emersi alcuni dettagli sull’accordo, in particolare la non immediatezza del congelamento della produzione.

Sia sauditi che russi inoltre non hanno spiegato come avverrà la cooperazione tra le due parti, limitandosi a specificare di disporre di una serie di strumenti per eseguire opportune “azioni congiunte”. È quanto hanno dichiarato il ministro dell’Energia della Russia, Alexander Novak, e il saudita Khalid Al-Falih.

Il ministro russo ha ribadito che il governo di Mosca è disponibile ad un nuova intesa per congelare la produzione di greggio. Al-Falih, da parte sua, confermando la necessità di un riequilibrio, ha sottolineato che al momento non vi è una eccessiva urgenza. Proprio le ultime dichiarazioni del ministro saudita hanno influito sugli scambi e invertito il trend del prezzo del greggio, azzerando i guadagni conseguiti nella mattinata.

Arabia Saudita e Russia confermano inoltre i colloqui con gli altri produttori Opec, non soltanto in occasione del Forum internazionale dell’energia in programma il prossimo 26 settembre in Algeria.

Già previsto un ulteriore incontro bilaterale russo-saudita nel mese di ottobre.

Petrolio stabilità mercato

La nuova cooperazione tra i due Paesi avrà dunque come obiettivo di riuscire a mantenere la stabilità del mercato. Arabia Saudita e Russia hanno deciso inoltre di formare un apposito gruppo di lavoro che avrà il compito di monitorare i principali indicatori del mercato petrolifero, a cui seguiranno una serie di inviti e raccomandazioni degli esperti su misure e azioni da adottare.

L’Arabia Saudita, tramite il ministro al-Falih, ha comunque sottolineato che un congelamento della produzione non è incombente, considerandola come una azione favorevole ma non indispensabile al momento. Occorre comunque mettere in risalto che diversi analisti e operatori rimangono piuttosto scettici sul possibile blocco della produzione.

Fra questi Morgan Stanley. Gli esperti della banca d’affari americana ritengono che un eventuale accordo al meeting dell’Opec in Algeria avrà un impatto sulle quotazioni del greggio soltanto nel breve termine. Gli analisti evidenziano che sono diversi i Paesi interessati non a bloccare ma ad accrescere la produzione, come l’Iran che ha reso noto di avere in programma nuovi aumenti per tornare agli stessi livelli prima dell’embargo.

A tal proposito gli analisti di Morgan Stanley prevedono un incremento della produzione iraniana di circa 1 milione di barili al giorno nei prossimi 5 anni.

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