Petrolio: OPEC, accordo possibile?

A pochi giorni dagli incontri programmati tra i paesi OPEC ad Algeri, le prospettive degli analisti su un possibile accordo sulla produzione di petrolio non sono positive.

Arabia-Iran colloqui

La maggior parte degli esperti interpellati da Bloomberg si attende un nulla di fatto dagli incontri in programma la settimana prossima, ad Algeri, tra i paesi OPEC. Nelle ultime ore le premesse sembrerebbero, almeno apparentemente, cambiate. Arabia Saudita e Iran infatti si sono sedute attorno ad un tavolo. Ricordiamo che proprio sauditi e iraniani sono stati tra gli artefici del fallimento degli incontri di Doha lo scorso aprile.

Una serie colloqui a cui era presente anche il Qatar, presidente di turno dell’Opec e paese sostenitore dell’accordo per congelare la produzione di petrolio. L’Iraq, tramite le parole del governatore Falah Alamri, fa sapere di ritenere il momento favorevole per giungere ad una intesa. Anche Mosca rende noto di voler collaborare e fare la sua parte.

Gli analisti però non si fidano più dei buoni intenti manifestati prima dell’inizio dei vertici che spesso si tramutano in un nulla di fatto alla conclusione dei lavori.

Prezzo petrolio


Se fallisce il summit di Algeri, le prospettive per il prezzo del petrolio sono orientate verso un ulteriore ribasso. Il prezzo del greggio non riuscirà a “resistere” sopra quota 40 dollari al barile, in mancanza di un accordo tra i paesi OPEC, secondo gli esperti di Citigroup.

Diviene fondamentale “congelare” o, meglio ancora, tagliare la produzione. Proprio gli analisti della banca americana mettono in risalto come le scorte di greggio siano ancora in costante crescita, in un mercato dove è evidente l’eccesso di offerta. I produttori OPEC sono dunque chiamati a “sforzarsi” nel trovare un accordo per riuscire a far risalire i prezzi. Gli ostacoli, però, sono molteplici. Il primo è rappresentato dall’Iran che a più riprese ha dichiarato di voler puntare a tornare sui livelli prima dell’embargo.

Non sono da meno altri paesi quali la Nigeria, la Libia e la Russia, per i quali le stime parlano di una ulteriore crescita dell’offerta. La situazione attuale vede inoltre per l’Arabia Saudita una estrazione ai massimi di sempre, così come la Russia che ha oltrepassato gli 11 milioni di barili al giorno, valori record degli ultimi trent’anni. Proprio per tutta questa serie di motivi, gli analisti evidenziano come nei fatti non si registra alcuna volontà dei singoli paesi di contenere o ridurre la produzione. Ecco perché il vertice di Algeri, secondo la maggior parte degli esperti, sarà un altro “buco nell’acqua”.

Nel frattempo il prezzo del petrolio continua a scendere, con il brent a 47,35 dollari e il WTI poco sotto i 46 dollari al barile.

Salva

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here