Per la popolare di Vicenza una semestrale in rosso

Profondo rosso per il semestre appena concluso della Banca Popolare di Vicenza. Dopo essere passata sotto il controllo di Fondo Atlante, l’istituto veneto ha chiuso la prima metà dell’anno in corso con un passivo di 795 milioni di euro.

Attualmente Fondo Atlante controlla il 99.33% del capitale dell’istituto di credito e ha dato vita ad un processo di rinnovo della banca che è partito dal management. La banca ha quindi emesso un comunicato dove spiega le ragioni dei suoi conti in rosso e lega le perdite agli impatti patrimoniali ed economici che hanno fatto seguito alla decisione del 4 agosto.

Cosa accade in quella data? Il 4 agosto entrerà per sempre nei ricordi della banca vicentina perché Cattolica Assicurazioni decise di recedere dall’accordo di partnership con i relativi rischi e oneri. La decisione si legò all’incremento delle coperture sul credito, variati anche in base alle rettifiche della BCE e ad altre voci rilevanti che interessavano e interessano tuttora i rischi legali legati ai reclami della clientela. In totale si tratta di costi per 85 milioni di euro.

La Banca Popolare di Vicenza è quindi in attesa della verifica ispettiva della BCE che potrebbe dare vita ad una politica profondamente conservativa e sta prendendo atto di tutte le manovre poco chiare che hanno dato vita alla capitalizzazione in cambio dell’acquisto ‘forzato’ delle azioni. I nodi stanno quindi venendo al pettine e il bilancio tragico del primo semestre dell’anno fotografa un istituto provato dagli eventi, che sta ancora cercando di capire con cura quali sono stati i danni della precedente, disastrosa, amministrazione finanziaria. A rimetterci sembrano essere ancora una volta i dipendenti e ovviamente i correntisti, che alla lettura di notizie sulla condizione di salute dell’istituto di credito non possono che comprendere la situazione transitoria in cui la Popolare si trova e scegliere se dare fiducia all’istituto o rivolgersi verso altri lidi nella gestione del loro risparmio.

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