Niente risarcimento se la pay tv cancella i programmi

Il Garante per le Comunicazione ha preso nei giorni scorsi una decisione di grande importanza a favore delle reti a pagamento Sky e Mediaset Premium. Al centro della decisione vi è la possibilità da parte delle pay tv di annullare la programmazione definita senza avvisare i clienti abbonati. Le tv a pagamento non saranno quindi tenute a comunicare ai propri abbonati se qualche programma verrà cancellato né con comunicazioni né con mail e l’abbonato non potrà rivalersi in nessun modo.

Questa è la secca decisione che è stata presa dall’AgCom, che si rivolge soprattutto alla programmazione calcistica, quindi Europa League e Champions League, considerati i fiori all’occhiello della pay tv. Cosa potrebbe accadere se le reti a pagamento cancellassero dal palinsesto le partite di coppa Europa o di Champions per le quali l’abbonato ha sottoscritto l’abbonamento? Nella pratica nulla, perché è compito dell’abbonato informarsi sulla programmazione e disdire eventualmente l’abbonamento in tempo reale se non risponde alle sue aspettative.

Non possono essere fatte quindi querele o denunce, soprattutto a stagione conclusa, perché il garante ha stabilito che se l’abbonato è scontento può disdire il suo contratto, grazie e arrivederci. Sky e Mediaset Premium dal canto loro vantano una clausola di contratto che prevede che nei pacchetti “Calcio” e “Sport” la programmazione possa cambiare a seconda della disponibilità dei diritti di trasmissione di competizioni di pregio. Guardando nel dettaglio la stessa norma, il regolamento proporrebbe che la pay tv informi chi ha sottoscritto l’abbonamento delle variazioni, ma secondo il garante si tratta di un impegno generico e che non può essere effettuato abbonato per abbonato. Cosa deve fare quindi chi si vede ‘scippato’ della programmazione tanto attesa? Aspettare (poco) e informarsi (bene), quindi scegliere di disdire l’abbonamento e di non acquistare più i servizi della pay tv, perché questo è a conti fatti l’unico modo concesso per protestare contro un sistema che spesso e volentieri si propone dalla parte delle grandi emittenti televisive a pagamento.

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