Investimenti in azioni, al via un dicembre “bollente”

Con oggi prende il via un mese di dicembre davvero caldo, all’interno del quale non mancano gli avvenimenti da seguire e… che seguiremo! Ma che cosa è bene attendersi dai prossimi giorni, in riferimento alle nostre attività di trading azionario? Cerchiamo di riepilogare rapidamente tutti i presupposti su cui sarebbe bene fondare le proprie operazioni di investimento, nell’attesa di comprendere come si evolveranno gli scenari più attesi.

L’effetto Trump

Cominciamo con l’evidenziare come l’esito inatteso delle elezioni presidenziali USA ha modificato in parte il quadro di riferimento dei mercati azionari, favorendo un’ulteriore propensione al rischio soprattutto sul listino statunitense. L’attesa che la politica fiscale espansiva di Trump possa portare a una crescita economica più solida con benefici sui bilanci societari ha spinto i principali indici statunitensi a rinnovare contemporaneamente i massimi storici, rievocando dei movimenti che non si vedevano, in quel di Wall Street, da almeno 15 anni. Le valutazioni sul mercato statunitense si confermano ancora elevate ma, qualora si dovessero verificare ulteriori aumenti degli utili societari in conseguenza agli effetti dell’annunciata politica fiscale espansiva, ci potrebbero essere spazi per ulteriori miglioramenti, con i multipli che potrebbero riportarsi in linea con quelli dei precedenti periodi di forte espansione del ciclo USA.

Dunque, gli indici statunitensi hanno rimbalzato con decisione dai minimi di inizio novembre, con il Dow Jones, l’S&P500, il Nasdaq e il Russell 2000 che hanno registrato contemporaneamente massimi storici. Ad ogni modo, come risulta facilmente intuibile, quanto sopra non è certo foriero di soli effetti positivi: una maggiore cautela potrebbe scaturire dagli effetti negativi di un eccessivo rialzo dei tassi di mercato, che spingerebbe a condizioni finanziarie sul credito meno convenienti, e soprattutto dal rafforzamento del dollaro. A questo si aggiunge che la ripida salita che caratterizza l’ultimo movimento e la situazione di elevato ipercomprato possano alimentare fisiologiche prese di beneficio nel breve periodo.

Alla luce di ciò, non possiamo che avvicinarci al trading di fine anno con un po’ di cautela: bisognerà infatti cavalcare questa situazione di incertezza, nell’attesa di verificare la reale concretizzazione delle proposte elettorali.

Effetti ridotti in Europa…

In Europa gli effetti post-elezione di Trump sono stati più ridotti: nel vecchio Continente prevale una maggiore cautela con l’obiettivo di verificare la reale ricaduta della “Trumpeconomy”. Inoltre, i prossimi importanti appuntamenti politici e monetari (riunione BCE di dicembre) stanno contribuendo a mantenere particolarmente alta l’attenzione del mercato. Resta centrale anche il tema relativo alle banche, che potrebbe aumentare la volatilità sul listino domestico.

…e in Italia prevale la volatilità

Sugli indici italiani sta prevalendo una maggiore volatilità, e con essa le vendite sostenute dalla speculazione, in attesa del referendum del prossimo 4 dicembre, il cui esito potrebbe creare instabilità politica oltre ad avere ripercussioni sul fronte dei titoli bancari. Nel frattempo, dal punto di vista macroeconomico la situazione domestica sta mostrando un progressivo, seppur modesto, miglioramento. La crescita del PIL italiano nel trimestre compreso tra luglio e settembre è stata dello 0,3 per cento, meglio delle attese, grazie soprattutto a un rimbalzo della produzione industriale. A livello di multipli il listino italiano quota 12,5 volte gli utili attesi per il 2017, a sconto sul benchmark europeo, con quest’ultimo che inoltre mostra un tasso di crescita degli utili decisamente più contenuto.

Insomma, alla luce di quanto sopra anticipato, e delle riflessioni che abbiamo avuto modo di condividere con voi nel corso degli ultimi mesi, appare chiaro che lo scenario si stia tingendo di colori sempre più foschi, e che la situazione di incertezza possa continuare ancora a lungo, destinando pertanto i trader in uno scenario di durevole aleatorietà. Il mese di dicembre potrà comunque dare qualche indicazione che è bene non sottovalutare: il referendum del 4 dicembre darà il via a una stagione di consultazioni popolari europee molto intensa (e dalla quale potrebbero fuoriuscire degli appoggi importanti sul fronte anti-establishment), e le riunioni di BCE e FED contribuiranno a evidenziare in maniera più certa la divergenza di politiche monetarie.

Torneremo sui singoli appuntamenti nel corso dei prossimi giorni: intanto, investite con la dovuta accortezza e assumendo le opportune coperture.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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