Canone RAI in bolletta : cosa sapere per evitare di pagare 2 volte

Ne abbiamo sentito parlare per tanti mesi ed ora comincia ad avvicinarsi la data della prima rata del canone rai in bolletta. Il mese previsto per il pagamento della prima tranche è, infatti, quello di luglio e, mano a mano, che ci avviciniamo alla “data fatidica” i contorni di questa nuova modalità di pagamento cominciano a diventare sempre più chiari, o quasi …

Cosa prevede il decreto : si paga due volte?

Cominciamo con il dire che domenica scorsa, ovvero il 5 giugno, si è chiuso definitivamente l’iter normativo della nuova modalità di pagamento dei canone RAI, perché è stato pubblicato il decreto del ministero dello Sviluppo economico del 13 maggio n.94 sulla Gazzetta Ufficiale n.129.

Come previsto dal decreto, per quest’anno, che è il primo in cui ci si approccia al pagamento del canone rai in bolletta, è previsto il primo addebito sulla bolletta elettrica del mese di luglio pari a 70 euro, pari alle prime 7 rate dell’abbonamento mensile non ancora versate per il 2016.

Dal 2017 in poi, infatti, il pagamento avverrà nei primi 10 mesi dell’anno (da gennaio ad ottobre) e sarà pari a 10 euro per ogni mese, per un totale di 100 euro complessivi a famiglia.

Fin qui le informazioni sembrano essere abbastanza chiare e lineari ma, come ben si sa, ogni norma deve sempre tenere conto delle varianti e delle possibili eccezioni presenti, ed è qui che il decreto, pubblicato appena qualche giorno fa, sembrerebbe aver introdotto ancora più confusione.

Nei mesi scorsi si è dibattuto a lungo, ad esempio, su come dovessero fare le persone che hanno più utenze elettriche intestate, ma che ovviamente sono tenuti a pagare il canone rai una sola volta (il classico esempio può essere quello di una persona che ha intestata una seconda casa, magari per le vacanze), oppure coloro che non posseggono una televisione e che quindi sono esenti dal pagamento.

Si sono moltiplicati sulla rete i siti che fornivano informazioni e, soprattutto, i moduli da scaricare e successivamente da compilare per ottenere l’esenzione dal pagamento per una o più utenze.

Ebbene, è proprio sulla cosiddetta “dichiarazione di non detenzione” che si sta scatenando in questi giorni la polemica. Questo perché, seguendo le linee guida dettate dal decreto dello Sviluppo economico, per la dichiarazione occorre (o forse sarebbe meglio dire occorreva, visto che la data ultima di presentazione della dichiarazione era lo scorso 16 maggio) utilizzare il modulo approvato dall’Agenzia delle entrate il 24 marzo scorso.

Cosa vuol dire che “ai fini della dichiarazione di non detenzione gli utenti devono utilizzare esclusivamente il modello approvato dall’Agenzia delle entrate il 24 marzo e successive modificazioni”? In pratica vuol dire che tutti coloro che hanno presentato la domanda con un modello “vecchio” rischierà di trovarsi la prima rata del canone rai con la bolletta di luglio, pur non essendo dovuto.

Di sicuro, questa notizia non può far piacere a quei poveri italiani che hanno diritto a non pagare il canone e non fa altro che incrementare la confusione ed il caos ad un mese dalla fatidica data, di cui si parla da tantissimo tempo. È naturale che in queste condizioni siano insorti, prima di tutto, le associazioni di tutela dei Consumatori, secondo i quali è una “tesi assurda” quella per cui “valga un’unica tipologia di modello” (Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori).

Purtroppo, al momento, che si tratti di un cavillo burocratico o di una presa di posizione troppo dura da parte del Ministero dello Sviluppo economico, sembra che, davvero, toccherà pagare la prima rata del canone rai in bolletta anche per coloro che non hanno presentato la domanda di “non detenzione” con il modello delle Agenzie delle Entrate del 24 marzo.

Come evitare di pagare

Cosa è possibile fare, allora, in caso di un pagamento del canone rai non dovuto?

In questo caso l’unica via rimane quella della richiesta di rimborso, solo che, al momento, non sono ancora disponibili i dettagli di questa richiesta di rimborso.

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che darà direttive in tal senso deve essere emanato entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto del ministero. Il che vuol dire che entro il 3 Agosto non avremo purtroppo ulteriori dettagli sulle modalità del rimborso, per i casi in cui il canone non era dovuto ma è stato comunque versato dalle famiglie italiane.

L’iter prevede, comunque, che le domande di rimborso siano poi esaminate dalla sede di Torino delle Agenzie delle Entrate il quale decreterà l’ok o meno alla restituzione del denaro erroneamente prelevato.

Speriamo che presto si riesca a fare più chiarezza e soprattutto che le famiglie italiane, già piegate da crisi e pagamenti continui, non si vedano addebitati la prima rata del canone rai in più bollette relative a differenti utenze elettriche.

Giornalista indipendente e trader privato. Sono laureato in Economia e finanza e mi occupo di analisi finanziarie e di notizie sull'economia.

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