Il futuro dell’Italia: nuove previsioni 2016-19 dalla Banca d’Italia

La Banca d’Italia ha aggiornato le proprie proiezioni macroeconomiche per il nostro Paese, relativamente al quadriennio 2016-19. Le proiezioni sono già state rese note lo scorso 8 dicembre in occasione della conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio direttivo della BCE, e sono ora state rese disponibili, sul sito internet dell’istituto banchiere, alcune delle principali valutazioni in merito. Vediamole insieme, partendo dalle stime compiute nei confronti dell’economia internazionale.

L’economia mondiale

Per quanto concerne l’economia mondiale, viene ipotizzata la prosecuzione di una lenta e graduale ripresa, in linea con le valutazioni dei principali previsori. Le proiezioni, in particolar modo, sembrano riguardare un profilo di moderato rialzo delle quotazioni petrolifere, spinte dal recente accordo in seno all’OPEC, e dall’ancor più recente accordo tra l’area OPEC e la Russia per una riduzione dei livelli produttivi giornalieri che possa intereressare anche una parte dell’area non OPEC.

Nell’area euro, le condizioni monetarie e finanziarie dovrebbero continuare a rimanere molto accomodanti, pur risentendo dell’aumento dei rendimenti a lungo termine internazionali e, per il nostro paese, del recente ampliamento dello spread sui titoli tedeschi. Molto dipenderà, come intuibile, dal comportamento della Banca Centrale Europea, che nel meeting di qualche giorno fa ha deliberato l’allungamento del quantitative easing, con scadenza prorogata da marzo a dicembre 2017, pur con un livello di acquisti mensili ridotto a 60 miliardi di euro, dai precedenti 80 miliardi. In tal modo l’istituto monetario di Draghi cerca di assecondare i mercati in un contesto che sarà contraddistinto da una fitta serie di appuntamenti elettorali europei: non è detto, tuttavia, che sia sufficiente ad assicurare i migliori equilibri.

Crescita lumaca per l’Italia

Sulla base delle ipotesi che sopra sono state formulate, la crescita economica dell’Italia dovrebbe proseguire, sostenuta principalmente dalla domanda interna. Nel terzo trimestre del 2016, in dettaglio, il PIL dell’Italia è aumentato dello 0,3 per cento, dopo l’inattesa frenata registrata in primavera. Sebbene sia presto per poter disporre di statistiche relative all’ultimo periodo dell’anno, le informazioni congiunturali sembrano spingere per un’espansione dell’attività economica nel trimestre finale a un ritmo appena inferiore.

Ne consegue che, in media, il PIL italiano dovrebbe crescere dello 0,9 per cento quest’anno, dello 0,9 il prossimo e dell’1,1 per cento sia nel 2018 sia nel 2019. Valutazioni, stimate dalla BCE, che sono sostanzialmente in linea con quelle delle principali istituzioni internazionali nel contesto post -Brexit: prima di tale appuntamento (il riferimento è alle proiezioni macroeconomiche pubblicate lo scorso 6 giugno), la stima di crescita economica era più bassa nella misura di circa 0,2 punti percentuali in media all’anno nel triennio 2016-18.

Per quanto attiene i principali elementi macro, gli investimenti aumenteranno a ritmi più sostenuti del prodotto, pur non recuperando per intero il forte calo subito durante la fase recessiva. L’accumulazione di capitale andrebbe invece a risentire della maggiore incertezza globale, pur beneficiando della ripresa interna, delle condizioni finanziarie accomodanti e delle misure di incentivo. In relazione al PIL, gli investimenti in capitale produttivo si riporterebbero nel 2019 vicini ai livelli medi registrati nel decennio pre-crisi, mentre la spesa in costruzioni sarebbe inferiore di oltre 3 punti percentuali.

Il mercato del lavoro

Passando infine al mercato del lavoro, si noti come sia previsto un tiepido rafforzamento dell’occupazione, che dovrebbe essere stimolato principalmente dalla prosecuzione della crescita, come sopra delineato. Sebbene a fine anno scadano buona parte degli sgravi contributivi a favore delle assunzioni a tempo indeterminato, l’occupazione, misurata in unità standard di lavoro, dovrebbe comunque aumentare di circa 2 punti percentuali cumulati nel triennio 2017-19 (di quasi il 2,5 per cento nel settore privato).

Tra le principali previsioni sull’occupazione, anche l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, attribuibile al miglioramento delle prospettive occupazionali e al progressivo innalzamento dell’età di pensionamento, che determinerà in tal modo una discesa molto leggera del tasso di disoccupazione, che nel 2019 si porterebbe al 10,8 per cento da 11,9 per cento nel 2015.

Il costo della vita

Concludiamo poi con una breve nota sul costo della vita: l’inflazione, che nella media d’anno è leggermente negativa, dovrebbe salire allo 0,9 per cento nel 2017, all’1,2 per cento nel 2018 e all’1,5 per cento nel 2019, grazie al traino dei più elevati prezzi dei beni energetici importati.

Ad ogni modo, i margini di aleatorietà sulle previsioni sopra formulate sono numerose e ben immaginabili. Tra i principali fattori di incertezza che la Banca d’Italia ha sottolineato nelle proprie valutazioni, vi sono quelli che derivano dal contesto globale e dai mercati finanziari. In particolare, la ripresa dell’economia internazionale potrebbe essere ostacolata dall’incertezza sulle trattative che definiranno i nuovi rapporti commerciali tra Unione europea e Regno Unito, con i rischi di hard Brexit sempre presenti. Tra gli altri elementi determinanti anche il potenziale emergere delle spinte protezionistiche e da possibili turbolenze nelle economie emergenti associate alla normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti, per i quali bisognerà innanzitutto comprendere se i toni usati in campagna elettorale dal presidente entrante Trump troveranno o meno concretezza. Di contro, un sostegno alla crescita internazionale potrebbe invece derivare dall’attuazione di un programma di espansione fiscale da parte della stessa nuova amministrazione statunitense.

Occhi aperti, infine, al calendario elettorale: il pericolo è che a prevalere siano forze populiste, dagli interessi nazionalistici.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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