Grecia, nessun accordo dall’Eurogruppo

Come ampiamente atteso, la riunione dell’Eurogruppo si è conclusa senza alcun accordo in relazione allo sblocco dei finanziamenti alla Grecia. Ad ogni modo, guai a pensare che si sia trattato di un meeting privo di sostanza: nell’incotnro infatti il presidente Dijsselbloem ha parlato apertamente di “cambiamento nel mix di politiche, abbandonando l’austerità e mettendo maggiore enfasi su riforme profonde”, e quindi di un ritrovato accordo fra le istituzioni (Commissione Europea e FMI) sulla strategia da intraprendere.

Considerato il tenore delle dichiarazioni, bisogna compiere qualche sforzo per poterle tradurre in quel che avverrà concretamente nel corso delle prossime settimane. Se infatti ci atteniamo alla positività degli aspetti comunicati, le dichiarazioni sembrerebbero suggerire che le autorità europee avrebbero rinunciato a richiedere un ulteriore aumento dell’avanzo primario. Le aree interessate dal programma di riforme saranno principalmente il sistema tributario, la previdenza e la normativa sul mercato del lavoro: tre temi piuttosto caldi, dai quali tuttavia è praticamente impossibile discostarsi.

L’intesa permette di riprendere a fine mese la missione ad Atene, con la finalità ultima di poter concludere la fase del riesame nel giro di qualche giorno. Ad ogni modo, è ben difficile cercare di stimare quando (e se!) sarà assunta la decisione politica di sbloccare i finanziamenti, con il ministro delle finanze tedesco che continua a parlare di chiusura del programma di assistenza se il FMI non vi partecipa, ma che allo stesso tempo rifiuta di considerare l’alleggerimento del debito richiesto dal FMI

Detto ciò, la giornata è stata anche utile per fare il punto su alcuni aggiornamenti di natura macroeconomica, a cominciare da quelli sulle stime flash sulla fiducia dei consumatori, il cui indice elaborato dalla Commissione Europea ha mostrato un calo a -6,2 punti da -4,8 punti, per la prima flessione dal mese di agosto a questa parte. Peraltro, la correzione non era attesa dal consenso, che si attendeva invece una stabilità dell’indice. Il dato non deve comunque trarre troppa negatività, perchè in media trimestrale, il livello è comunque superiore (-5,5 punti) a quello del quarto trimestre 2016 (-6,4 punti) e del terzo quarto. Inoltre, è anche vero che l’indice rimane ben al di sopra della media di lungo periodo (-12,6 punti). Meglio comunque attendere la pubblicazione della stima finale, in uscita il prossimo 27 febbraio, che sarà certamente in grado di fornire maggiori indicazioni sull’andamento del morale nei singoli Paesi dell’eurozona.

A nostro giudizio, non bisogna comunque sorprendersi più di tanto se l’indice di fiducia dovesse peggiorare ancora nei prossimi mesi. La stagione che ci attende è infatti densa di appuntamenti che determineranno molta incertezza (si pensi al calendario elettorale e al possibile rialzo dell’inflazione), i quali potrebbero pesare negativamente sul morale delle famiglie.

Infine, concludiamo con un breve sguardo sulle azioni della BCE, che ha dichiarato come nell’ottava del 17 febbraio il portafoglio PSPP abbia visto un incremento di 17,19 miliardi di euro salendo così a 1.371,38 miliardi di euro. Gli acquisti di titoli covered, al netto dei titoli scaduti, sono stati invece pari a 278 milioni di euro, che incrementano il portafoglio a 211,28 miliardi di euro, gli acquisti settimanali di ABS al netto dei titoli scaduti sono stati pari a -14 milioni di euro, portando il totale dei titoli in portafoglio a 23,28 miliardi di euro, mentre gli acquisti di titoli nell’ambito del CSPP sono stati circa pari a 2,05 miliardi di euro con un aumento del portafoglio fino a 64,97 miliardi di euro.

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