La stretta di Basilea allarma le banche europee

In un seminario promosso dall’Associazione Bancaria Italiana sono emersi due possibili risvolti che andrebbero a mutare notevolmente lo scenario delle banche del nostro paese. Il primo fa riferimento ai risultati di ampio recupero che potrebbero presto arrivare dagli istituti di credito nostrani, mentre il secondo interessa la discussione delle norme di Basilea 4, che potrebbero portare un innalzamento del Cet1 di circa 1.300 miliardi. Tradotto in percentuale, si tratterebbe dell’83% in più dei valori attuali da raggiungere entro il 2022.

Il mandato del G20 in merito a Basilea 3 era stato molto chiaro, perché l’intenzione era di armonizzare la totalità delle norme che vengono applicate, al fine di calcolare il capitale delle banche ponderando il fattore di rischio. Il comitato di Basilea ha però fatto molto di più, varando una serie di regolamentazioni sui fidi accordati e sul project financing, che secondo i calcoli effettuati dalla Federazione Bancaria Europea richiederebbero un apporto di patrimonio maggiore, pari a 900 miliardi di euro. A questo severo conteggio andrebbero ad unirsi i Tlac, ovvero i requisiti richiesti per le maggiori 30 banche del mondo e l’Ifrs 9, ovvero le rigide regole fiscali varate dal comitato. Nel suo complesso, la direzione del progetto andrebbe a chiedere 1300 miliardi di euro in più agli istituti di credito europei.

Se questa è la notizia cattiva, quella buona è che l’Europa intera ha deciso di contrastare questa imposizione, anche se le manovre sono avvallate dalla Fed, che considera le banche del Vecchio Continente ancora troppo deboli nel loro complesso. Nel frattempo il tempo scorre, perché alla fine di novembre è previsto l’incontro del Ghos, il comitato dei governatori e dei capi di vigilanza mondiali che avverrà in Cile e che andrà molto probabilmente a proporre un’ulteriore stretta sulla concessione del credito che il ciclo economico europeo non può certamente affrontare. Questo lo scenario attuale all’inizio del quarto e ultimo trimestre dell’anno, un periodo che vede raggiungere proficui risultati sul piano dei crediti in sofferenza e delle riprese di valore, nonché un notevole rallentamento dei crediti deteriorati nel loro complesso.

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