Trump promette linea dura: arrivano i primi spunti delle sue prossime politiche

Anche se per il momento non si hanno a disposizione molti dettagli, le dichiarazioni di “preparazione” all’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembrano confermare i timori di una possibile linea (molto) dura che repubblicano sembra voler proporre.

In particolar modo, Trump ha dichiarato di essere contrario a un elemento essenziale della proposta di riforma tributaria per le imprese formulata dal partito repubblicano. La proposta presentata da Ryan a metà 2016 prevede la tassazione del cash flow (anziché degli utili come ora) corretta per importazioni ed esportazioni: le vendite all’estero non farebbero pertanto parte dell’imponibile, mentre i costi delle importazioni non potrebbero essere detratti. La proposta non sembra però trovare il gradimento di Trump, che dal canto suo ha affermato che l’aggiustamento per le transazioni internazionali incluso nel piano Ryan è troppo complicato e potrebbe indurre ulteriore apprezzamento del dollaro che, a suo avviso, è già “troppo forte”.

Di contro, Trump sembra supportare l’idea che la “protezione” dell’industria americana sarebbe attuata in modo più efficace attraverso l’imposizione di tariffe più elevate. Nell’ultimo mese molti rappresentanti di industrie che producono beni con un’alta percentuale di importazione hanno sollevato critiche al piano repubblicano. I commenti di Trump sulla riforma tributaria aprono un secondo fronte di dissidio con la maggioranza repubblicana in Congresso, dopo la spaccatura relativa all’abolizione della riforma sanitaria. Infatti il Congresso ha già approvato una risoluzione che prevede la stesura di legislazione mirata ad abrogare le imposte adottate per finanziare la riforma sanitaria, senza però avere già pronto un piano di sostituzione per l’assicurazione sanitaria. Trump ha detto esplicitamente più volte che sulla sanità occorre agire con azioni simultanee di revoca e sostituzione del piano esistente: un piano alternativo non è stato predisposto dai repubblicani e richiederebbe un lungo periodo di gestazione. Le divergenze fra la leadership repubblicana in Congresso e Trump aumentano ulteriormente l’incertezza riguardo all’implementazione delle grandi riforme annunciate nella campagna elettorale.

Sul fronte macro economico, nel nostro elenco di market mover abbiamo già ricordato come la settimana abbia molti dati ed eventi di rilievo in pubblicazione negli Stati Uniti. Le prime indagini del manifatturiero di gennaio dovrebbero essere positive e confermare che la ripresa si sta estendendo anche al settore che aveva registrato la maggior debolezza nel 2016. La produzione industriale dovrebbe confermare il messaggio positivo, con un rialzo diffuso sia al manifatturiero sia alle utility e all’estrattivo. Il CPI a dicembre dovrebbe risentire dell’aumento dei prezzi energetici, con una variazione di 0,3 per cento mese su mese per l’indice headline; l’indice core dovrebbe essere in rialzo di 0,2 per cento mese su mese, in linea con il trend. I cantieri residenziali a dicembre sono attesi in rialzo, dopo il calo di novembre. In termini di eventi, il Beige Book dovrebbe essere positivo e confermare il quadro di espansione diffusa a tutti i settori; l’agenda dei discorsi della Fed è molto fitta, con otto interventi, di cui due di Yellen: sarà importante vedere se il tema della dimensione del bilancio sarà di nuovo sottolineato, con indicazioni che potrebbero essere riprese alla riunione del FOMC di fine gennaio.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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