USA, nuova riforma sanitaria alimenta incertezza

La riforma sanitaria che avrebbe dovuto abbattere l’Obamacare era stata accantonata frettolosamente qualche mese fa. Un abbandono progettuale prematuro, con una sostanziale archiviazione ancora prima che il provvedimento giungesse in discussione in assemblea. All’epoca, il fallimento della riforma sanitaria era stato considerato il simbolo della confusione in atto nelle politiche dell’amministrazione Trump, con il presidente che – di fatto – annunciò di voler accantonare questo progetto a tempo indeterminato.

Ebbene, i tempi indeterminati sono finiti qui, visto e considerato che qualche giorno fa la leadership del Senato ha presentato la nuova versione della riforma sanitaria, con l’obiettivo di trovare un equilibrio fra le richieste dei moderati e dei conservatori, ed evitando così di giungere a una rottura netta, come invece avvenuto in occasione del precedente tentativo di revisione.

Per quanto attiene i suoi contenuti, almeno per il momento – non sono esclusi “ritocchi” più o meno marginali – il disegno di legge conserva i rialzi di imposte proposte per i redditi più elevati, estendendo poi i fondi per alcune patologie, e conservando in vigore le imposte introdotte da Obamacare sui redditi sopra i 200 mila dollari. Il disegno di legge permette inoltre agli assicuratori di poter collocare sul mercato delle polizze meno estese con premi probabilmente più contenuti per le coorti giovani e sane, ed eliminando dunque la richiesta che tutte le polizze coprano le condizioni pre-esistenti, come richiesto in una proposta di Ted Cruz. Appare chiaro, con un simile approccio, che il tentativo sia quello di cercare l’appoggio e il consenso da parte dei gruppi più estremi, e riuscire così a ottenere la difficile e risicata maggioranza utile per poter portare il disegno di legge in aula per la discussione.

Per il momento, la strada non sembra essere ancora in discesa, visto e considerato che non sono mancati i malumori e le decise prese di posizione. Due senatori hanno già detto che si opporranno alla mozione procedurale preliminare alla discussione in aula: si tratta di R. Paul (ultra-conservatore) e S. Collins (moderata), alle due ali dello spettro di posizioni in Senato. Diversi altri senatori che si erano opposti alla prima versione della legge, hanno invece dichiarato di volersi riservare di vedere la valutazione del CBO, attesa in queste ore, prima di impegnarsi. Un elemento da rilevare nelle diverse versioni della riforma sanitaria è l’obiettivo di ridurre il deficit di lungo termine.

Ad ogni modo, nonostante tali difficoltà, il leader in Senato prevede di aprire la discussione in aula, per poi procedere con il dibattito sugli emendamenti nella settimana successiva. Il tutto, con lo spettro della grave incertezza sottostante: la riforma sanitaria si sbloccherà o diverrà il nuovo simbolo del fallimento?

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