Fed, riunione FOMC chiusa con avvio riduzione reinvestimenti e tassi fermi

Nessuna sorpresa dalla riunione del FOMC di ieri, che si è conclusa – come ampiamente auspicato dagli analisti – con una situazione di tassi fermi e con l’annuncio che la riduzione graduale dei reinvestimenti inizierà già a partire dal mese di ottobre (e non da gennaio 2018, come suggeriva qualcuno), seguendo il programma delineato già nel meeting di giugno.

La decisione, assunta con voto unanime, aveva come motivo di aleatorietà maggiore l’incertezza legata alle nuove proiezioni dei tassi, e in particolare per il 2017: il grafico a punti mostra un ampio consenso per un rialzo dei tassi di riferimento entro la fine dell’anno, un’opzione che ha avuto 11 voti a favore, contro 4 voti per tassi fermi e 1 voto per un (quasi) irrealizzabile doppio rialzo.

Tassi fermi ma (forse) aumento a dicembre 2017

Nelle ultime settimane molti membri della Federal Reserve avevano sollevato concreti dubbi sul sentiero dell’inflazione e sull’opportunità di alzare i tassi prima di vedere una chiara ripresa della dinamica dei prezzi dopo un semestre di evidente debolezza.

Anche se il Board, tranne qualche rara eccezione, era rimasto sostanzialmente silenzioso, nella discussione interna il Comitato deve aver ritenuto che i rischi di persistenza di inflazione bassa sono molto diminuiti, e che dunque sia opportuno confermare la presenza di un terzo rialzo per il 2017, nella riunione di dicembre. Per saperne di più bisognerà però attendere qualche settimana, quando verranno resi disponibili i verbali sulla riunione.

Fed fiduciosa sull’economia americana

Complessivamente, il messaggio che emerge dal FOMC è palesemente positivo e fiducioso nei confronti della solidità della ripresa economica. Yellen ha esplicitamente affermato che “la performance economica americana è stata buona”, aggiungendo poi che “i passi che abbiamo fatto per normalizzare la politica monetaria sono ben giustificati dato il progresso molto significativo che abbiamo visto nell’economia”.

Naturalmente, non mancano i punti di incertezza e di attenzione, in primis rappresentati dall’inflazione. In tale ambito, il Comitato continua a ritenere che una parte preponderante della debolezza di quest’anno sia in realtà transitoria, sebbene Yellen abbia comunque invitato alla calma, evidenziando sostanzialmente come non sia chiaro perché l’inflazione sia ancora così bassa.

Al di là di ciò, la valutazione macroeconomica nel comunicato rimane positiva, con poche variazioni rispetto alle conclusioni cui era giunta nel mese di luglio, sia per quanto concerne l’attività reale sia per quanto riguarda la già rammentata inflazione. Come era ampiamente lecito attendersi, il testo ha poi compiuto un breve cenno sui dati di breve termine, rammentando come siano e saranno influenzati dagli effetti degli uragani, sebbene si sia poi precisato come la stagione delle tempeste probabilmente non modificherà in modo significativo l’economia nazionale nel medio termine.

Per quanto poi riguarda le proiezioni, viene aumentata la crescita per fine 2017 a 2,4% contro il precedente 2,2%, con stime poco sopra il potenziale fino al 2019 e al potenziale del 2020. Il tasso di disoccupazione è previsto al 4,3% a fine 2017 e a 4,1% nel 2018 e 2019, mentre l’inflazione core è rivista verso il basso per il 2017 a 1,5% da 1,7%, per poi salire al 2% nel 2019.

Riduzione dei reinvestimenti

Anche se non è stato elemento di sorpresa, appare chiaro come l’unica vera variazione del comunicato abbia riguardato la politica del bilancio in cui si indica che il programma di riduzione dei reinvestimenti inizierà a ottobre, seguendo le regole indicate qualche mese fa. Yellen ha specificato che il bilancio non sarà uno strumento attivo della politica monetaria, la quale verrà gestita utilizzando i tassi, e che la riduzione del portafoglio titoli rimarrà sullo sfondo, e che la ripresa all’acquisto dei titoli avverrà solo dinanzi a uno shock significativo o a un significativo deterioramento dello scenario.

L’appuntamento è ora tra tre settimane, quando verranno pubblicati i verbali. Per il momento, è ragionevole mantenere uno scenario centrale di un nuovo rialzo dei tassi a dicembre: se nelle prossime settimane emergerà effettivamente una simile possibilità, il dollaro potrebbe beneficiarne.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here