Forex, al via una nuova settimana: ecco le valute ai blocchi di partenza

Al via una nuova settimana Forex. Settimana che, per inteso, si preannuncia particolarmente densa di spunti operativi, e che andiamo ora ad esaminare, pur brevemente, nella speranza di poter fornire qualche fondamentale consiglio per tutti coloro i quali desiderano poter “puntare” sulle giuste evoluzioni di cambio.

Euro

Come nostre abitudine, cominciamo dall’euro, che ha chiuso la scorsa settimana in rialzo. Come appare evidente, si è tuttavia trattato di un rafforzamento molto modesto, con passaggio da 1,11 a 1,12 EUR/USD, fatto salvo un breve passaggio in area 1,13 EUR/USD al termine della riunione della Banca centrale europea di giovedì scorso. Venerdì invece la valuta è arretrata sulle dichiarazioni di Rosengren, andando a testare la base a 1,1200 EUR/USD, che però ha retto. Per quanto attiene i prossimi appuntamenti macro, un cenno di riferimento è naturalmente individuabile per i dati in uscita: per l’area euro sono in particolare programma i dati dello ZEW tedesco e della produzione industriale italiana (domani), la produzione industriale aggregata dell’area (mercoledì) e la stima finale dell’inflazione di agosto (giovedì). Le attese sono di carattere misto (in particolare, la produzione industriale italiana dovrebbe essere in crescita e, dunque, in controtendenza a quanto registrato in Francia e in Germania) e pertanto il range già sperimentato la scorsa settimana dovrebbe essere confermato, salvo delusioni o sorprese importanti.

Dollaro

Passiamo quindi al dollaro statunitense. La valuta verde ha chiuso la settimana passata al ribasso dopo il pessimo ISM non-manifatturiero, in grado di deludere ampiamente le attese degli analisti. Nel pomeriggio di venerdì tuttavia il dollaro si è parzialmente ripreso grazie ad alcune dichiarazioni di Rosengren (Fed), secondo il quale l’economia USA ha ormai raggiunto il pieno impiego (o è molto vicina) e la Fed deve prestare attenzione ai rischi derivanti dal rinviare ulteriormente un rialzo dei tassi. Naturalmente, sembra che la posizione di Rosengren non sia particolarmente supportata dagli altri membri, i quali – in linea di massima – sembrano ancora essere orientati verso un atteggiamento maggiormente attendista sul fronte tassi.

A proposito di tassi, questa settimana vi saranno molti dati importanti che la Fed valuterà ai fini della decisione del 21 settembre: giovedì le vendite al dettaglio, l’indice Empire, il Philly Fed e la produzione industriale e venerdì l’inflazione e la fiducia del Michigan. Le attese sono di carattere misto, ma complessivamente positive. Molto importanti saranno i discorsi Fed, per capire se e come si siano modificate le intenzioni di voto alla luce dei contrastati dati recenti.

A nostro giudizio, è ancora molto difficile cercare di fornire una valutazione compiuta su quel che la Federal Reserve deciderà nel suo FOMC della prossima settimana. È tuttavia probabile che la Fed possa accomodarsi su un atteggiamento di cautela rinnovata, rinviando pertanto a fine anno la scelta di riprendere la strada del rialzo dei tassi di riferimento, avviata e abbandonata a dicembre scorso.

Sterlina

Tornando in Europa, la sterlina ha chiuso la scorsa settimana pressoché stabile in quota 1,32-1,33 GBP/USD, salvo un temporaneo rafforzamento in area 1,34 GBP/USD sull’ottimo PMI servizi. Contro euro la valuta si è pertanto leggermente indebolita, passando da 0,83 a 0,84 EUR/GBP. Gli occhi degli analisti sono però incentrati non tanto su quel che è accaduto negli ultimi giorni, quanto piuttosto su quel che potrebbe accadere nei prossimi: importante sarà giovedì la riunione della Bank of England, dalla quale non si attendono novità sul fronte della policy (tassi e QE dovrebbero rimanere invariati, così come peraltro fatto dalla Bce la scorsa settimana), quanto per la valutazione aggiornata dell’economia domestica. Il giudizio dovrebbe essere quello già espresso da Carney nell’audizione di mercoledì scorso, dove il messaggio centrale è stato che il rischio di recessione si è affievolito grazie all’azione tempestiva della BoE. Un simile approccio potrebbe tuttavia non essere sufficiente a far apprezzare la sterlina, così come non lo è stato mercoledì, perché i mercati hanno prestato più attenzione al fatto che la BoE è pronta ad allentare ulteriormente la politica monetaria nei prossimi mesi se necessario.

L’approccio di cui sopra, ricordiamo però, potrebbe essere d’aiuto alla sterlina per cercare di consolidare, soprattutto se i dati non deluderanno. Domani uscirà l’inflazione, attesa in salita, ma in questa fase sono più importanti i dati di crescita, per cui maggiore attenzione verrà data ai dati sul mercato del lavoro mercoledì e alle vendite al dettaglio giovedì, per i quali le attese sono di carattere misto.

Yen

Chiudiamo infine con un rapido cenno alla valuta giapponese, con lo yen che ha chiuso la settimana al rialzo da 104 a 101 USD/JPY, salvo arretrare parzialmente venerdì sulle dichiarazioni di Rosengren, dagli Stati Uniti. Successivamente lo yen è riuscito a rialzare quota, supportato anche dai dati sugli ordini di macchinari, risultati molto più forti delle attese. Resta comunque indubbio che il cambio forte stia penalizzando l’economia giapponese quest’anno.

Per quanto concerne i prossimi appuntamenti, ricordiamo che la settimana prossima, mercoledì 21, lo stesso giorno del FOMC, ci sarà la riunione della BoJ. In assenza di nuove misure di stimolo lo yen si apprezzerebbe e potrebbe rompere quota 100 USD/JPY. Se però contemporaneamente la Fed dovesse decidere di alzare i tassi, sarà l’azione della Fed a prevalere, indebolendo lo yen e favorendone un arretramento verso quota 105 USD/JPY.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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