Forex trading, tutti i market mover per la settimana al 9 marzo 2018

Prende oggi il via una settimana piuttosto densa di appuntamenti per il Forex trading, con un focus prevalentemente incentrato sulla riunione BCE in programma. Vediamo tuttavia, giorno per giorno, che cosa possiamo attenderci dal calendario dei market mover più significativi!

Lunedì 5 marzo 2018

Nella giornata che apre la settimana sono pochi – ma non trascurabili – gli spunti forniti. In particolar modo, in area euro saranno in pubblicazione i dati sulle vendite al dettaglio, che nel mese di gennaio potrebbero marginalmente diminuire dopo il calo più consistente, di -1,1% m/m, di dicembre. La variazione annua è invece vista rimanere stabile a 2,1% da 2,2% precedente. Qualora fosse così confermato, il trimestre potrebbe chiudersi come da previsione, con flessione di -0,2% t/t.

Sempre in area euro è in uscita la seconda lettura del PMI composito di febbraio, con calo sotto quota 58 punti. Anche l’indice per i servizi dovrebbe essere confermato in calo, sotto 57 punti. Dagli USA, l’unico dato di rilievo è quello dell’ISM non manifatturiero di gennaio, stimato in lieve correzione a 59 punti, dopo il balzo a quasi 60 punti.

Martedì 6 marzo 2018

La giornata di martedì non ha particolari dati di rilievo.

Mercoledì 7 marzo 2018

Arriviamo dunque alla giornata di mercoledì, che ci propone interessanti spunti solo dalla sponda americana. Dagli Stati Uniti attendiamo infatti la pubblicazione della stima ADP dei nuovi occupati nonagricoli privati a febbraio, stimata dal consenso a 195 mila unità dopo le 234 mila unità di gennaio.

Usciranno anche i dati relativi alla crescita della produttività nel 4° trimestre, che dovrebbe registrare una marginale correzione a – 0,2% t/t ann., rispetto alla stima preliminare di -0,1% t/t ann., dopo la revisione del PIL.

L’attenzione si sposterà poi, in ottica monetaria, alla Fed: l’istituto banchiere federale a stelle e strisce pubblicherà infatti il Beige Book che “prepara” la riunione del FOMC del 20-21 marzo. Il report dei banchieri dovrebbe confermare una impressione di moderata espansione dell’attività, diffusa a tutti i settori, con qualche segnale di accelerazione. Il Beige Book potrebbe anche dare qualche indicazione sulla valutazione delle imprese riguardo all’impatto della riforma tributaria sugli investimenti.

Quindi, il focus Fed si concentrerà sui segnali relativi a prezzi e salari: non è un caso che già da diverso tempo le imprese lamentino la difficoltà a coprire posizioni aperte, soprattutto per incarichi qualificati, e aumenti salariali moderati. Complessivamente, difficile pensare che il Beige Book possa modificare il quadro positivo già emerso da dati e indagini, lasciando aperta la porta a un rialzo dei tassi alla riunione del FOMC di marzo, peraltro completamente scontato dal mercato.

Giovedì 8 marzo 2018

Arriviamo alla giornata di giovedì, che ha come protagonista la BCE. È infatti oggi che si terrà la riunione di marzo del consiglio direttivo, dalla quale tuttavia gli analisti non si aspettano novità sul fronte della comunicazione sugli acquisti e sui tassi, anche se è più che ragionevole che il Consiglio abbia avviato una discussione su quando farlo.

Pertanto, gli osservatori si concentreranno soprattutto sulla possibilità di verificare se con il procedere della ripresa è ulteriormente aumentato il grado di fiducia su un ritorno dell’inflazione su di un sentiero compatibile con il 2% nel medio periodo. Stando alle previsioni, le nuove stime dello staff dovrebbero mostrare una crescita economica più sostenuta nel 2018-19, con revisioni al rialzo sulle previsioni di inflazione core nel biennio in corso. È altresì probabile che il Consiglio mantenga invariato il punto di arrivo per la dinamica sottostante all’1,7% nel 2020.

Le nuove stime dello staff dovrebbero pertanto essere piuttosto utili per valutare nel concreto delle modifiche alle linee guida sugli acquisti tra la riunione di aprile e – soprattutto – quella di giugno. Prima dell’estate, dunque entro la riunione di luglio, la BCE dovrà poi comunicare ai mercati come intende proseguire con il tapering dell’EAPP dopo settembre. È probabile, salvo deterioramento dello scenario, un graduale azzeramento degli acquisti entro fine 2018.

Venerdì 9 marzo 2018

Concludiamo poi con la giornata di venerdì, che ci propone diversi spunti macro e, soprattutto, la pubblicazione americana dell’employment report.

Senza correre, iniziamo tuttavia dall’area euro, dove non mancheranno i dati nazionali di sostegno. In Francia per esempio si attende la pubblicazione dell’aggiornamento del dato di produzione industriale di gennaio, che potrebbe risultare in diminuzione di -1,6% m/m da 0,5% m/m di dicembre sulla scia di un forte calo della produzione energetica. Il mese di gennaio è infatti stato caldo oltre le previsioni, con temperature di 3 gradi superiori alla media stagionale. Il comparto manifatturiero potrebbe aver leggermente incrementato la produzione. Se confermato, la variazione annua passerebbe a 2,5% da 4,5% impostando la produzione per un calo nel trimestre in corso di -1,4% t/t da 2,2% t/t.

Tra i dati tedeschi, quello di produzione industriale dovrebbe confermare una crescita di 0,8% m/m a gennaio, recuperando così il calo del mese precedente. Anche in questo caso molto è dipeso dall’energia, che a febbraio dovrebbe aver dato un contributo positivo. Le indicazioni da IFO e PMI sono per un modesto rallentamento dell’attività industriale nei primi mesi del 2018. Qualora confermato, il dato di gennaio lascerebbe la produzione industriale in rotta per un aumento dell’1,0% t/t dopo il +0,7% di fine 2017.

Infine, tra i dati nazionali verranno pubblicati anche quelli spagnoli: qui la produzione industriale dovrebbe aver iniziato il 2018 con un calo di almeno 0,6% m/m dopo i forti aumenti dei cinque mesi precedenti. È probabile che si tratti di un processo di normalizzazione più che di un’inversione di tendenza dal momento che le indicazioni dall’indagine settoriale della Commissione UE e PMI sono di tenuta dell’attività industriale nei primi mesi del 2018. Qualora confermato, il dato del primo mese dell’anno potrebbe lasciare la produzione industriale in linea per uno stallo a marzo dopo il +2,3% di fine 2017.

Passiamo poi agli Stati Uniti dove, come già accennato, viene pubblicato l’employment report di febbraio. Il rapporto sul mondo del lavoro dovrebbe fornire notizie positive, con gli occupati non-agricoli previsti in aumento di 200 mila come a gennaio e con i nuovi di disoccupazione nella settimana di rilevazione di febbraio che si sono conservati in linea con quelli della settimana di rilevazione del rapporto di gennaio, su livelli storicamente molto bassi.

Gli analisti si attendono un rialzo degli occupati piuttosto solido in tutti i settori, dall’industria ai servizi. Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere in calo al 4%, dopo tre mesi di stabilità al 4,1%. L’attenzione sarà poi soprattutto sui dati relativi ai salari orari, che sono previsti in aumento di soli 0,2% m/m, in rallentamento dopo due mesi di incrementi solidi (0,4% m/m a dicembre, 0,3% m/m a gennaio).

Insomma, il mercato del lavoro dovrebbe confermarsi in concreto miglioramento, con una costante riduzione delle risorse inutilizzate.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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