Investire sulla sterlina, la BoE offre il giusto supporto

Anche se molti analisti continuano a “scommettere” sul calo delle quotazioni della sterlina, la valuta britannica si dimostra invece più tenace di quanto auspicato da diverse parti. E, per il futuro, una mano d’aiuto al sostegno delle quotazioni potrebbe arrivare dalla Bank of England, reduce dall’ultimo, recente meeting.

Tassi invariati, almeno per ora

Come da attese, nel corso del suo ultimo meeting la Bank of England ha mantenuto i tassi di interesse di riferimento invariati al livello pari a 0,25% ma diversamente dalle attese degli osservatori di mercato la delibera è stata assunta con una maggioranza meno ampia, di 5 membri su 8. Tra i dissenzienti (ovvero, tra coloro che volevano approvare un incremento immediato dei tassi) vi è Forbes – che tuttavia non fa più testo, considerato che il suo incarico termina proprio questo mese, McCafferty e Saunders. A spingerli i tre verso la direzione di un immediato rialzo dei tassi è stata la dinamica recente dell’inflazione che è salita più di quanto la BoE si aspettasse arrivando a 2,9% già a maggio. La sterlina ha reagito apprezzandosi sia contro dollaro che contro euro.

Inflazione sempre più spinta

La probabilità di una revisione al rialzo nell’Inflation Report di agosto delle proiezioni di inflazione almeno su quest’anno è dunque aumentata, e la BoE ha indicato nel comunicato che l’inflazione potrebbe salire sopra il 3% già entro l’autunno, aggiungendo che se il deprezzamento della sterlina, che ha perso il 2,5% dall’IR di maggio ad oggi, proseguirà, questo aggiungerà pressioni verso l’alto attraverso l’aumento dei prezzi all’import.

Ad ogni modo, non sembrano esservi relazioni causa-effetto così semplici. Tant’è che la BoE ha già affermato che – di contro – la crescita salariale ha registrato un’ulteriore moderazione, partendo da livelli già bassi, e questo nonostante il tasso di disoccupazione sia sceso ancora (toccando il 4,6%, il minimo da oltre 40 anni a questa parte). La combinazione di inflazione più alta e crescita salariale più bassa continuerà a penalizzare i consumi, che hanno già rallentato ampiamente nel primo trimestre.

Nel suo Inflation Report di maggio, la BoE aveva espresso l’assunzione che il rallentamento dei consumi dovrebbe essere controbilanciato in corso d’anno da un’accelerazione delle esportazioni e degli investimenti, favoriti dalla combinazione di un cambio più debole e di una crescita globale più forte. Tuttavia, appare chiaro come gli sviluppi macro più recenti, e quelli sul fronte Brexit, abbiamo mescolato le carte in tavola.

Un messaggio chiaro

Nonostante il contesto sia reso più nebuloso da quanto sta accadendo in orbita Brexit, la BoE non si è certamente astenuta dal porre in essere un messaggio piuttosto chiaro, affermando che il per poter neutralizzare del tutto l’effetto rialzista del deprezzamento del cambio sull’inflazione bisognerebbe andare incontro a una disoccupazione più elevata e con tutta probabilità una crescita dei redditi ancora più debole.

Dunque, considerate le attuali circostanze – definite “eccezionali” – la BoE deve trovare un equilibrio nel trade-off tra la velocità con cui intende riportare l’inflazione a target e il sostegno che la politica monetaria può dare alla crescita e all’occupazione. Considerato che al momento, ricordano gli analisti ISP, le stime mostrano che l’economia dovrebbe continuare ad operare con un certo grado di capacità inutilizzata per buona parte dell’orizzonte previsivo, la maggioranza dei membri ritiene che si possa ancora tollerare un’inflazione sopra target.

Che cosa farà la BoE d’ora in poi

Stando a una buona parte degli analisti, è probabile che la Bank of England possa mantenere i tassi fermi per tutto il 2017, proprio in ragione dei rischi verso il basso sulla crescita derivanti da Brexit, tema che difficilmente nei prossimi mesi riuscirà a dipanarsi in modo definitivo.

Ad ogni modo, anche nell’ipotesi in cui i negoziati su Brexit dovessero prendere una piega positiva, difficilmente la BoE si convincerà ad alzare i tassi, considerato che gli sviluppi favorevoli nei colloqui andrebbero a generare delle presumibili ripercussioni positive sulla sterlina, con l’effetto di far rientrare le pressioni da tasso di cambio sull’inflazione.

Insomma, in ambito BoE il crescente dissenso a favore di un rialzo dei tassi anticipato sta offrendo supporto alla valuta britannica. E lo stesso, peraltro, potrebbe avvenire anche nei prossimi due trimestri.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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