Previsioni dollaro, ecco perchè puntare sui due rialzi tassi Fed entro settembre

L’attesa pubblicazione dei verbali FOMC per la riunione della scorsa metà marzo non sembra aver apportato particolari novità nel quadro macro, nella strategia di politica dei reinvestimenti e nella guidance sui tassi. Tuttavia, ha consolidato negli analisti la possibilità che si vada dritti verso i due rialzi dei tassi di interesse entro la fine dell’anno, con probabile anticipo delle mosse a giugno e a settembre.

Economia in miglioramento

Ma perché è possibile prevedere quanto sopra abbiamo accennato? Per poterlo comprendere, partiamo con ordine dalle valutazioni del quadro macroeconomico, su cui c’era ampio consenso su una valutazione positiva, con miglioramenti costanti da parte del mercato del lavoro e con il ritorno dell’inflazione verso il 2%. Complessivamente, dalla lettura del verbale è emerso che i partecipanti non si sono detti affatto preoccupati del rallentamento della crescita economica che è atteso per il primo trimestre dell’anno (attendiamo i dati statistici ufficiali) e che potrebbe essere attribuito quasi interamente a fattori temporanei.

Sul fronte degli altri spunti, i rischi sono considerati “circa bilanciati” mentre emerge la convinzione quasi omogenea che un eventuale stimolo fiscale non avrebbe effetti prima del 2018 (peraltro, la metà del board non incorpora ipotesi esplicite di espansione fiscale nel proprio scenario). Infine, diversi partecipanti hanno evidenziato il ruolo del rialzo del mercato azionario come fattore espansivo, mentre altri hanno indicato che le valutazioni del mercato erano piuttosto elevate sulla base delle misure di valutazione convenzionali: quanto basta per poter generare qualche pressione al ribasso nei listini azionari americani subito dopo la pubblicazione del verbale.

Politica monetaria, prevale la cautela

Passando poi alla discussione sulla strategia di politica monetaria, i membri del FOMC hanno condiviso un atteggiamento discretamente cauto, e in generale hanno proseguito nel ritenere opportuno alzare i tassi gradualmente in maniera tale da mantenere ancora condizioni accomodanti, e consentire così all’inflazione di raggiungere e mantenere stabilmente un livello vicino al 2%, da testare poi in condizioni meno accomodanti di quelle attuali.

Il FOMC ha elaborato che il sentiero di rialzi graduali atteso verrà comunque rivalutato sulla base dell’evoluzione dello scenario e dei rischi, sia verso l’alto sia verso il basso.

Politica di bilanci, verso la riduzione degli acquisti di titoli

Giungiamo quindi alla discussione sulla poliica del bilancio. Il Comitato ha affermato che gli acquisti di titoli devono rimanere uno strumento da utilizzare solamente nelle ipotesi più eccezionali, e comunque solamente dopo aver esaurito lo spazio offerto dalle riduzioni dei tassi.

Lo staff della Federal Reserve, come prevedibile, ha formalizzato una serie di differenti analisi sulle modalità di riduzione del bilancio e degli effetti macroeconomici delle diverse ipotesi. L’unico punto in comune tra i vari partecipanti al FOMC è che la riduzione del portafoglio titoli deve essere graduale e prevedibile, condividendo ogni informazione con il mercato al fine di evitare qualsiasi instabilità, e deve altresì essere attuata prevalentemente attraverso l’eliminazione dei reinvestimenti (e non con vendite).

Le divergenze riguardano soprattutto i tempi. Sebbene quasi tutti i partecipanti ritengano opportuno valutare quando modificare la politica di reinvestimento sulla base delle condizioni economiche e finanziarie, alcuni hanno sottolineato che l’inizio della riduzione del bilancio debba avvenire una volta che viene superata una determinata soglia dei tassi, mentre altri vorrebbero slegare la scelta dall’aspetto più quantitativo.

È inoltre di interesse notare come si stia formando l’idea di attuare due rialzi nel breve termine, per poi fare una breve pausa durante la quale avviare il tapering dei reinvestimenti, e successivamente riprendere a rialzare i tassi solamente nel 2018. In ogni caso, la maggior parte dei partecipanti riteneva probabile che la riduzione dei reinvestimenti possa iniziare entro la fine dell’anno, interessando insieme Treasury e MBS.

Sulla base di quanto sopra, non è dunque da escludere che nelle prossime settimane possa formarsi uno scenario centrale (condizioni macro, politiche, economiche e fiscali permettendo) di un rialzo a giugno e un rialzo a settembre, seguiti da una pausa in cui avviare la riduzione dei reinvestimenti in titoli.

E Trump?

In tutto questo, gli occhi saranno naturalmente puntati su Trump e sulle sue riforme, che latitano ad arrivare (e, quando lo fanno, lo fanno in maniera irruenta e confusa, come accaduto nel tentativo fallito di sostituzione dell’Obamacare). Intanto, il presidente USA ha rimosso Bannon dal “principals’ committee” del National Security Council, reinserendo nel contempo come membri del comitato il capo dei Joint Chiefs of Staff dei corpi militari e il direttore della CIA. Una decisione non sorprendente, considerato che l’attuale National Security Adviser, McMaster, aveva accettato il suo incarico a condizione di poter rimuovere Bannon e riportare il principals’ committee nella sua versione tradizionale.

Passando poi alla riforma fiscale, una delle prossime grandi sfide dell’amministrazione repubblicana, l’impressione che si sta consolidando negli osservatori internazionali è che Trump si stia preparando per poter modificare la strategia, rispetto a quella fallimentare che è stata seguita sul tema della sanità. Probabilmente la sua intenzione è quella di elaborare un piano che possa ottenere un supporto bipartisan: un piano che al momento non è dato conoscere, se non in qualche rumor non certo confermabile, e che però potrebbe svilupparsi solamente nel medio termine. Insomma, difficilmente avremo delle novità sulla riforma fiscale di Trump prima dell’estate, con la conseguenza gli effetti potrebbero dipanarsi solo nel 2018, un anno – peraltro – di matrice elettorale.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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