Investire sul petrolio: 3 titoli da comprare (e 2 da vendere)

I prossimi mesi saranno piuttosto sfidanti per le compagnie petrolifere, impegnate a erogare generosi dividendi ai propri azionisti e, nel contempo, puntellare i propri bilanci riducendo magari i debiti. Il tutto, peraltro, in un contesto nel quale non è ancora chiaro quale direzione prenderà il prezzo del barile, con gli sforzi OPEC in buona parte vanificati da altri fattori endogeni.

Ad ogni modo, se volete qualche indicazione su quali azioni petrolifere acquistare nel corso di questa stagione e della prossima, niente di meglio che rivolgere la propria attenzione a Barclays, i cui analisti hanno passato in rassegna i titoli delle principali società operanti nel settore: abbiamo selezionato per voi 3 azioni da comprare e 2 da vendere, nella speranza che le previsioni della banca si rivelino esatte!

Azioni da comprare

Cominciamo dalle azioni sulle quali Barclays sembra scommettere con fiducia. Giudizio positivo e target price di 6,75 sterline (più di 2 sterline per azione rispetto alla quotazione attuale) per BP, il gruppo petrolifero britannico guidato da Robet Dudley, accreditato di un dividend yield del 6,9% per il biennio 2017/18 e da un rapporto p/e di 16,8 per il 2017 e di 9,8 per il 2018.

Giudizio overweight anche per Royal Dutch Shell: il gruppo petrolifero condotto da Ben van Beurden ha un target price di 27,50 sterline (più di 6 sterline per azione rispetto alle odierne quotazioni), con il titolo che viene scambiato 15 volte l’utile 2017 e 12,6 volte l’utile 2018. Il dividend yield è lo stesso di BP, 6,9%, per il biennio 2017/18.

Altra azione che Barclays suggerisce di acquistare è ExxonMobil: target price di 94 dollari (le quotazioni attuali non arrivano a 80 dollari) per il colosso statunitense guidato da Darren Woods. Il dividend yield è del 4% per il 2017 e del 3,8% per il 2018. Il p/e passa da 22,4 di quest’anno a 17,9 per il 2018, in linea con la media di settore.

Azioni da vendere

Nello studio Barclays non mancano le azioni che dovrebbero deludere le attese degli stakeholders. E, purtroppo, tra di esse c’è il gruppo italiano Eni, cui viene indicato un giudizio negativo e un target price di 16 euro, pur sempre superiore alle quotazioni attuale. Eni ha un rendimento della cedola del 6% per il 2017 e per il 2018, con il titolo che tratta a 22,5 volte l’utile 2017 e 17,4 volte l’utile 2018.

Giudizio underweight anche per Statoil. La compagnia norvegese guidata da Eldar Saetre ha un target price di 165 corone (contro una quotazione attuale di circa 145 corone), ma il giudizio negativo è determinato dal fatto che i risultati del secondo semestre potrebbero deludere le attese. Il titolo è scambiato 15,5 volte l’utile 2017 e 20 volte l’utile 2018, mentre il rendimento della cedola è del 4,8%.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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