Sui bancari regna il clima di attesa su Piazza Affari

C’è aria di baruffa in giro per i bancari su cui è caduta la scure degli stress test. In crisi, Banca Carige che al listino segna un bel rosso negativo perdendo ulteriore terreno, nella seduta del 22/12/2014, del 4%.

Malgrado sia stato prorogato il divieto da parte della Consob ad assumere posizioni corte sul titolo Carige, a valere fino al 27/01/2015, continua la brusca frenata delle quotazioni del titolo, visto le ultime notizie non fanno presagire affatto bene.

Vento di burrasca anche per la Consob che, a quanto sembra capta un potenziale rischio nell’utilizzo del collocamento d prodotti finanziari cartolarizzati (ed in ogni caso ad ingegneria derivata) alla clientela retail, sullo sfondo del consolidamento e rafforzamento patrimoniale di entità societarie in disgelo finanziario…e ciò chiaramente non farebbe che acuire la crisi messa a segno dai gruppi bancari. Entro giugno 2015, la direzione delle banche dovrà provvedere ad adeguarsi a tale nuova direttiva, dato che ogni offerta-veicolo sarà sanzionata dalla Consob come puramente voluta e non a tutela degli interessi del cliente. La Consob stessa consiglia di abolire anche il sistema di incentivi che premierebbe chi riesce a vendere più azioni retail rispetto ad altre.

Ultimamente, in effetti, sta aumentando anche l’offerta dei Credit Linked. Stiamo assistendo al crollo degli obbligazionari e dei Bot, nonché al maggiore interesse destato dal segmento azionario. Cosa sono i credit linked? I credit linked sono legati al verificarsi o meno di un evento di credito sfavorevole (ad es. declassamento da parte della società di rating, bancarotta, ristrutturazione. Ora, il sottoscrittore accetta il vantaggio che se il caso lo assiste (il mercato lascia sempre spazio ad imprevisti) avrà come corrispettivo un tasso superiore a quello di mercato; in caso contrario si riceve, se va bene, meno del tasso di mercato. Sta il fatto che i credit linked vengono proposti proprio per quegli asset a rischio. L’importante, però, è che il segmento retail sia a conoscenza effettiva dei rischi e non venga indotto all’acquisto da tecniche di vendita, soprattutto se incentivati i risultati attraverso una politica del personale che premia in base al volume del venduto. Tale ottica per prodotti finanziari che richiedono una certa consapevolezza da parte della clientela non è possibile: non si tratta di vendita porta a porta.

Ritornando alla complessa storia di Banca Carige, molto probabilmente si occuperà di rilevare le azioni inoptate Mediobanca, dato che non sempre trovare terreno fertile per le trattative tale titolo bancario. Anche il titolo Mediobanca sta avendo raffiche di ribassi a Piazza Affari (non c’è titolo bancario che tenga) ma dopo la notizia della probabile contribuzione a risollevare le sorti della banca ligure oggi balza nuovamente in territorio positivo.

Il problema è che Banca Carige se non riesce a trovare nessun alleato, deve aumentare il capitale per cifre ancora più imponenti (800 ml) e ciò non è una cosa da poco per potenziali acquisitori che preferirebbero un’entrata tardiva, a giochi già fatti. L’altro problema è: Ma Banca Carige riuscirà seriamente con azioni così svalutate a rientrare sul mercato, senza contare sull’appoggio prioritario di grandi gruppi, ed a raggiungere i requisiti di capitale richiesti. Sembra quasi impossibile il solo pensiero che un gruppo bancario così imponente possa fallire.

Ed in effetti di fondi di investimento interessati all’affare che tengono sotto d’occhio il gruppo ce ne sono, di cui uno statunitense.

Sicuramente, un circolo vizioso o come si dice con il fenomeno Carige, il gatto continua a sforzarsi di mangiare la coda. E se Carige non fosse in grado di procedere all’aumento di capitale, allora, nessuno si farà più avanti?

Giornalista indipendente e trader privato. Sono laureato in Economia e finanza e mi occupo di analisi finanziarie e di notizie sull'economia.

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