Nestlé Waters e Danone scelgono una start up per il progetto di bottiglia Bio

Siamo abituati a leggere le operazioni delle multinazionali come spesso noncuranti dell’impatto ambientale, ma questa volta Nestlé sembra avere cambiato rotta. La multinazionale si è infatti alleata con Danone e con la start up californiana Origin Materials, impegnata nello sviluppo di nuovi materiali. Lo scopo è di lanciare una bottiglia realizzata in PET, una plastica realizzata con risorse rinnovabili e sostenibili.

Molte sono le ragioni che hanno spinto Nestlé ad operare in questo verso, in primis l’attenzione del consumatore, che oggi vuole prodotti amici dell’ambiente e ricerca prodotti che siano bio nell’anima. Ecco nascere la partnership con ls società Origin Materials, con la quale il maxigruppo ha stretto un’alleanza per realizzare la NaturALL Bottle Alliance.

La bottiglia del futuro, che secondo le previsioni si troverà sugli scaffali entri il 2020 verrà realizzata in plastica PET biologica. È importante considerare che il Pet è la materia plastica più impiegata dalle industrie nel presente, non solo nel settore alimentare ma anche nell’abbigliamento e nell’ingegneria in composizione con altre fibre. Il materiale verrà quindi realizzato con materie prime a biomassa, come la segatura o il cartone usato, al fine di generare un prodotto amico dell’ambiente e che non va ad intaccare le risorse naturali del pianeta.

Importante è lo sforzo per costruire una brand reputation green da parte di Nestlé e di Danone, che con questa scelta potrebbero cambiare per sempre il settore del packaging per i liquidi, in particolare delle acque minerali. Quali le mosse di Nestlé e Danone? Le multinazionali apporteranno sostegno alla start up californiana e forniranno il know how e il team di persone necessari per applicare la tecnologia a tutto il settore del food &beverage, nei tempi più veloci possibili. Il risultato potrà quindi tradursi in una bottiglia che saprà proteggere i liquidi tanto quanto il PET tradizionale, ma che sarà rispettoso dell’ambiente grazie alla composizione    in biomasse.

Interessante la posizione della start up partner di Nestlé, che con la sua attività mira ad immettere nel mercato bottiglie biologiche al 100%. La tecnologia è stata finora testata solo a un livello pilota, quindi l’arrivo della multinazionale e delle sue risorse potrebbe portare il lavoro su scala internazionale. La start up ha infatti prodotti dei campioni di PET 80% a Sacramento e nel 2017 l’impianto i svilupperà con una produzione di PET al 60% biologico nel corso del 2018. Quale l’obiettivo iniziale? Nestlé mira a introdurre sul mercato 5.000 metri cubi di PET bio, sviluppando al contempo il processo tecnico che permetterà di produrre su scala commerciale le bottiglie in plastica PET bio al 95% con data stabilita al 2020.

Si tratterà, quindi, di un gran bel colpo per Nestlé e per Danone, società che sono presenti in ogni paese del mondo con i loro prodotti, ma che sono spesso finite sotto la lente di ingrandimento perché accusate di sfruttare non solo le risorse, naturali, ma anche le condizioni di povertà di alcuni paesi per immettere alimenti e bibite poco sani a prezzi molto bassi, dando vita a cicli di mal nutrizione. La scelta di prendere una rotta Bio era quindi auspicabile e dovuta, quindi la realizzazione di bottiglie di plastiche riciclabili al 100% si propone come una grande operazione di raffrescamento per l’immagine aziendale, nonché come un importante passo verso la salvaguardia del nostro delicato ecosistema.

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